Mal di Sardegna – La nostalgia isolana
L’isola dei Sardi, terra antica ricca di sfumature e paesaggi, tocca l’animo più profondo;
No non è retorica, è realtà. Chiunque abbia vissuto questa isola, non può non sapere di cosa stiamo
parlando. Lo vedi chiaramente in quella luce nello sguardo, tante persone l’hanno attraversata lasciandosi
cullare dai suoi venti, dai suoi sapori, restandone talmente affascinati da portare sempre con sé una
preziosa essenza malinconica.
Saranno le sue tradizioni, il suo essere selvaggia, quando decidi di farla entrare dentro te, una parte della
sua bellezza ti accompagnerà sempre.
Sfumature di verde e blu che si mischiano in panorami mozzafiato, sapori ricchi e usanze genuine e ospitali
accolgono non solo i viaggiatori, ma i suoi stessi abitanti.
Vi sarà capitato di conoscere un sardo emigrato e sentir tessere le lodi della sua amata Sardegna, con
malinconia e con un velo di rabbia per le mancate opportunità.
Difficile da argomentare e descrivere questo attaccamento, ci piacerebbe racchiuderlo in questa splendida
poesia di Marcello Serra :
SORTILEGIO
Quando ti staccherai per ripartire
dall’Isola dei Sardi
con la memoria densa
di favolosi incontri, di paesaggi
senza tempo e di antiche creature
pazienti, allora il cuore,
fratello d’oltremare,
ti peserà come un frutto maturo.
I tuoi occhi e i pensieri stenteranno
in quel commiato a sciogliersi
dalla terra, che quanto più dirada
tremula all’orizzonte,
sommessa più nell’anima s’addentra
con il suo sortilegio. Con un filtro
che ha il profumo del timo del Limbara
e del vino d’Oliena,
l’alito dei lentischi,
delle macchie di cisto,
il fiato delle umide scogliere,il sapore del miele di Barbagia,
la dolcezza dei lidi e dei tramonti
lungo il Golfo degli Angeli,
il colore d’Alghero stemperato
con le sue torri bionde e le sue guglie
tra rive di corallo,
la forza millenaria
dei tòneri d’Ogliastra
e dei graniti azzurri di Gallura.
Questo filtro spremuto alle brughiere
e dal seno dei toschi,
dai vertici dei monti e dal respiro
degli abissi marini
ti correrà le vene in un languore
dolce ed amaro di malinconia
che forse chiamerai mal di Sardegna.
Marcello Serra 1982